Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

fin quando la vendetta continua, fin quando le cose non si saranno fissate e cristallizzate in un sistema, fin quan­ do sarà prevalente la dimensione dell'esecuzione. E' particolarmente interessante osservare con J. Bu­ reau 2 , una'«società senza vendetta», dove la dimensione dell'esecuzione rimane tuttavia prevalente . Il desiderio di vendetta non è certo assente, ma è colpito da tabù: da qui l'obbligo di evitarsi («pila») tra la famiglia della vittima e quella dell'assassino; da qui anche l'obbligo di andare fuori dal «dara»; da qui, infine, il sentimento che avevano gli etnologi, che sarebbe stato indecente interrogare i «Gamo» sulla vendetta. Ma questo tabù esiste solo in quanto ad essere preso realmente in con­ siderazione, come J. Bureau ha giustamente sottolineato, è l'insulto come tale (io preferisco dire: l'ingiuria) fatto ai valori dell'altro, ai valori che la società riconosce. E tutto sarà tentato perché si ripari l'ingiuria arrecata. E', dunque, il consenso del colpevole che si ricerca al fine di render possibile la sua integrazione nella società, quando l'aggredito avrà ricevuto la riparazione. Nel caso estremo di un assassinio, l'iniziativa che può por­ tare a quest'integrazione spetta alla famiglia dell'assas­ sino. E' dunque una società altamente giuridica questa so­ cietà Gamo, perché molto vicina al discorso giuridico. E proprio per questo, è una società dove l'Ordine giu­ ridico praticamente non esiste, in quanto esclude ogni disposizione poliziesca e repressiva. La sola sanzione che effettivamente viene applicata senza il consenso dell'in­ teressato è! l' - «hilo» (l'ostracismo); iniziativa che richiede la partecipazione di tutta la comunità, ma che non ha bisogno di alcun apparato specializzato. Coloro i quali devono giudicare un conflitto non sono specialisti, tanto quanto non lo sono i ·«saga» e la « dulata» {l'assem­ blea). - E' tutta la società che è in ogni circostanza in- 37

RkJQdWJsaXNoZXIy