Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

Di nuovo il tram, lo stridore. Charles non ha sentito. Nel cassetto del comò ci sono le fotografie prese a Formia . Dovrò cercarle e metterle insieme alle carte e ai miei due taccuini: Non so come potrò portare con me tutti i libri che si sono accumulati sul comò, i miei e i suoi. Li lascerò qui, in clinica, e tornerò quando tutto sarà finito. Ci sarà una stanza, un deposito, ,un luogo dove conservare que­ ste cose. Mi servirà la valigia che ho rjposto là sotto la fine­ stra. E' di cuoio forte, potrà contenere le carte, forse anche qualche libro. E' semiaperta, la intravedo sotto la tenda. Di qui non riesco a leggere i titoli dei quattro volumi rilegati, tutti uguali, che io stessa devo avere appoggiato a quella valigia. L'atlante geografico è rima­ sto aperto. Non so che cosa mi avesse chiesto, Charles, quando era andata a prendere l'atlante. Come è facile far diventare casa una stanza d'ospedale. 1 La pipa è quella stessa del ritratto di Gustave. Il tabacco, lo regalerò agli uomini che verranno per por­ tarlo giù. Pierre, non so come farò a portare via le carte. Avrò bisogno del tuo aiuto. Penso che dovrai tenerle con te per un lungo periodo. Poi vedremo. Maison Joujou. Chi andrà a dirlo al vecchio P.? Ac­ cenderà la pipa, fingerà indifferenza, ma soffrirà. Ax, pensa tu a Michel. Tra le ultime lettere che abbiamo ricevuto in clinica c'è quella sua, di Michel. Le proposte, a volte mi sembrano ragionevoli, a volte no. Bisogna capire. La morte di Charles, per lui, sarà un affare, 136

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