Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

sono i cassetti con le carte. Opus postumum, e si era messo a ridere. Aveva aperto la finestra, ne era venuta una folata d'aria fredda. E · sempre è inverno; e non sgela mai, e non sarà mai primavera. Sende giù per i gironi della scala a chiocciola. Era facile immaginarselo lì su quel letto. Già stretto in sé, suzzato dal di dentro. « E dietro quei nocciòli c'è il salto: il Chisone! Oncle Barthélemy parlava con uno di là dalla siepe». Aveva aperto il cassetto del comò, ne aveva tirato fuori un mazzetto di carte scritte a mano e a macchina. « Nulla mi pare più bello di quella strada d'argento tra il verde dei castagni. E avevo stabilito, per quando sarò grande, di avere tre carri: uno per la grafite, uno per il fieno e uno per andare a vuoto la Domenica con la frusta nuova. Mi pareva che mio cugino si divertisse e che tutta la gente si divertisse nel paese delle vacanze». E qui rideva come ridono i vecchi. « Ma mio zio mi ha inse­ gnato che la gente non si diverte: che bisogna fare un certo numero di gite per pagare la spesa del mulo e il suo mangiare che dev'essere buono perché fa tanta fati­ ca. Che i muli hanno delle malattie e a volte prendono un tossicone o una scalmana che può anche farli morire e quando un mulo muore la famiglia resta nella miseria, perché del mulo morto non si può far nulla e un mulo bravo costa almeno mille lire. Che le mie cugine vanno al cotonificio perché son povere e non hanno delle vac­ che come Octavie; che lo spaccapietre deve fare quei tanti mucchi per campare; che le vacche non buttano neanche abbastanza buse per contentare tutti i ragazzi che le raccattano e se le bisticciano calde ancora». C'era un altro accapo, e la fiamma s'alzava e s'abbassava sul fornello della pipa. « Allora ho sentito che veramente io solo mi divertivo nel paese delle vacanze perché non avevo nulla da fare». La fiamma sul fornello della pipa divampava a tratti: « Mais tu dois venir de bonne heure, 118

RkJQdWJsaXNoZXIy