Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

in clinica al tempo di Charles. Trovate le persone della famiglia. L'uomo era partito per l'America. Esitazione, silenzio. I vicini: l'uomo è stato in prigione e poi ha ottenuto di emigmre. Omicidio. A quel tempo era in cli­ nica piantonato dai carabinieri, ne parlarono i giornali. Fece bere cognac ai carabinieri., e qudli avevano creduto alla sua storia di miseria e lo avevano lasciato dormire da solo in camera per una notte. All'alba si era calato daHa finestra ed era fuggito. Il brigadiere si era r.acco­ mandato ailla famighl.a che tacesse ecc., ma si era saputo tutto. Charles aveva preso nota della fuga, ma il foglio di taccuino non si trova. Lisaveta scrive che non sa dove possa essere finito. Forse, come tante altre carte di Charles, è tr.a le pagine di uno dei quaderni, e i quaderni li ha Pierre. Inutile corsa fino alla casa deH'ex amma­ lato che aveva conosciuto Charles. Se per caso non fosse andato in America. I familiarii dicono che è in America. I vicini dicono che :è morto. Uno ha detto che è in prigione. Nuova ricerca. Inutile. Lettera di l..;isaveta a Pierre (Trascrizione di Nico­ las). Pierr,e, mon cher, oggi quando sono tornata in clinica ho trovato Charles riverso, paHido . Aveva vomi­ tato. Ancora quella schiuma alla bocca. Non era riuscito a chiamare nes r suno. Non so quanrto tempo fosse rima­ sto così. L'ho aiutato a rimettere la testa sul guanciale. E' ancora pertfettamente lucido, in sé. Ma temo che ormai siamo alla fine. L'afasia è totaile. Ora, a volte, si rifiuta di scrivere sui fogli del taccuino. E' un alitro segno: Charles si allontana, se ne va. Ricordi quando ti scrissi che ero andata in giro per Roma alla ricerca di quei buoni bi, scotti di Bruxelles? e che alla fine li avevo trovati? Charles ne fu felice. Oggi sono uscita in cerca di un libro. Charles aveva scritto sul taccuino che avreb­ be sentito volentieri qualche cosa da me: dico la lettura ,di qualche cosa . Io dovevo preparare una lezione di 116

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