Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

piano per ricondurlo alla vita di fuori, peI'ché di nuovo fece di no con la testa e poi bestemmiò e disse le sole parole che, con la bestemmia, riesce a pronunziare: diseurs de riens. P, iù volte l'ha scritta e ho qui i fogli del notes dove, con la sua grafia, che è ancora bella e ferma quando può scrivere stando in posizione eretta e non a letto (e allora si arrabbia, grida come un sordo­ muto, dice parole che non capisco), mi comunica i suoi pensieri. 1Jo non so se ne usciremo. F. è stato di nuovo qui, dice che il malato è sempre più grave. E molto grave dev'essere, anche se a me ormai non pare, perché lo vedo tutti i giorni e tutte le ore, e ormai parlo con lui come se Charles potesse rispondermi. Qualche volta, nei suoi balbettii, nei suoi rantoli, credo persino di capire qualche parola, e allora penso che stia per riaversi, per riprendersi, che risponderà alle mie domande. E' stato in uno di questi momenti che gli ho riproposto di uscire. Quello che è accaduto te l'ho già detto. Anche per me, ormai, l'abitudine è diventata materna: mi protegge, come la camera di Bruxelles e ora la camera di questa clinica proteggono lui. Il suo ostinato rifiuto, il suo fare di no con la testa quando gli proposi di uscire. Charles potrebbe sta:re adagiato in carrozza, come qui sta ada­ giato nel letto. Non vuole. Come se avesse paura. O forse no: è una decisione. Non vuole. Poco fa sorrideva (ancora Lisaveta. Trascrizione di Nicolas). Guardava in alto e sorrideva. Non gli ho chie·Sto a che cosa pensasse. Avrei spezzato il filo dei suoi pensieri, mi sarei intromessa in una visione nella quale egli era nel jardin suspendu . La sua grande testa scura era una macchia nera sul cuscino. Ho aspettato che si distogliesse da quel pensiero. Ohe lo facesse da sé, senza turbamento. E' sceso nel sonno. Lisaveta. (Frammento di scrittura sul bordo di un 107

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