Il piccolo Hans - anno V - n. 17 - gennaio-marzo 1978

vede l'ordine nuovo possibile, meglio organizzato del vecchio, più vitale del vecchio. Ma l'ordine non è mai nuovo, non è maii vitale. Ora lo sapeva. Dappertutto c'era l'ordine nuovo: i diseurs de riens. Non vedere più nessuno di loro, nessun diseur de riens. Né gli aguz­ z�ni né le vittime. Si vede solo la lacerazione violenta, e l'animo pavido arretra nella paura di tutto perdere, di avere dinnanzi a sé il caos, il disordine ineluttabile. Come uomo d'ordine, anche lui era stato diseur de riens. Carta successiva. (Taccuino di Lisaveta). A quei tem­ pi, abitava all'ultimo piano . Salendo sentiva il pianofor­ te di Marguerite nel silenzio della casa. Allora la musica suscitava e assooiava immagini. Era stato il giovane ra­ gazzo ebreo, Arnold, a fargli capire come fosse sbagliata l'idea che un pezzo musicale debba suscitare immagini o figurazioni di qualche tipo e, ove ciò non avvenga, esso non sia stato capito oppure sia fiacco. Era un'idea diffusa, diceva il giovane Arnold, come soltanto il falso e il banale possono essere diffusi. Così andavano all'aria tutte le sue idee sull'ordine, vecchio, sempre vecchio proprio perché ordine: la musioa non aveva più bisogno né di una tonalità uniforme - un ordine - né di im­ magini o figurazioni. Non sa che cosa suoni Marguerite al pianoforte. Non ha importanza: suona, o non suona. Gli si presenta vestita di bianco, lo sgabello è verde e anche la parete; le sue mani sono lunghissime. Gli occhi sono fiissi ,sulLa tastiera. Ieri la padrona di casa ha fatto venire un medico... ora prendo l'oppio. Foglio di notes, grafia di Nicolais. Charles e Arnold salivano - le scale di casa, .dove la vedova li aveva presi a pensione. Marguerite suonava il pianoforte. La vedova em comparsa sulla porta e li aveva fermati. Marguerite non era Margue11ite, ma una certa Apollonie, venuta non si sa da dove, una demi-mondaine. Arnold, di corsa, era 102

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