Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
come è successo con Essenin, Cocteau, oggi con Francis Bacon, e tanti altri. Così, l'alcolista vive nella disgiun zione per cui o egli è, nella parata, oggetto a (scarto), oppure, nel passaggio all'atto dell'ubriachezza, imma gine dell'Altro tutto intero, che non manca di nulla. E lo psicoanalista? Dopo aver fatto presenti le dif ficoltà del trattamento analitico dell'alcolista, egli non può far a meno di chiedersi, r,etoricamente, « ma l'im passe a cui è convocato il terapeuta non attiene appunto a questa verità?: non esiste medicina (per fortuna) che guarisca i disturbi politici » 45 • Ma proprio perché l'analista ammette l'impossibilità di medicalizzare il suo operare confrontato al sintomo sociale - confrontato a quello scarto deHa « padronan za» culturale (padronanza del godiID:ento, prima di tut to) che è l'alcolista - egli dovrebbe approfittare di questa impasse per riproporre a se stesso il problema del proprio potere e del proprio agire come analista. Proprio perché l'analista nella « politicità » dell'alcoli smo trova un limite, l'alcolista può ossere per lui occa sione di porsi la questione della politicità del suo stesso operare. Sergio Benvenuto 1 Tra i contributi alla clinica, e quindi alla terapia, dello alcolismo, di indirizzo psicoanalitico, indichiamo, tra i più re centi: P. F1ouQUET, J. CLAVREUL, Une thérapeutique de l'alcolisme, Paris 1956. J. GuILLEMAUT, « Une psychanalyse d'akoolique. Ré sumé » i11 « Revue française de ·Psychanalyse », 1972, n. 5-6. K. MENNINGER, « The Psychoanalytic Approach to Alcoholism », . in Blue Book, New York 1955. J. E. SHEA, « Psychoanalytic Therapy and Alcoholism » in « Quart. Journ. for Stud. on Alcohol », 1954, 15, pp. 595-604. 47
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