Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
l'Altro deve manifestare la sua mancanza, il pur così prezioso «nulla». L'alcool - una vergogna! - prende il posto di questo nulla che, nell'Altro, non c'è. Ma questo «nulla» di cui manca l'Altro, divenuto causa ed oggetto del godere del soggetto, è anche ciò che perde l'Altro, il quale così finisce col mancare del tutto, cioè di Tutto, innanzitutto di quella «vita» che l'alcolista, non per via fallica, gli dà con lo «spirito». Possiamo spiegare anche in termini «metapsicolo gici» questa legge del tutto-o-nulla, l'aut-aut dell'alcolista. Freud aveva costruito una triplice opposizione delle pulsioni (Triebe) 42 : amare/essere amato, amare/odiare, amare/non amare. Nell'alcolismo, e nei disturbi ad esso affini (oltre l'anoressia mentale, molti altri stati di «compulsione al godimento»), prevale la seconda oppo sizione (amare /odiare), cioè la polarità descritta da Freud come «economica», la polarità piacere-dispia cere. Il che equivale a dire: quel che si oppone a livello del reale (cioè l'opposizione io/mondo esterno, equiva lente all'opposizione «pulsionale» amare/non amare) è preso come opposizione a livello economico (piacere/di spiacere), come a dire che nell'alcolismo, in quanto non-rinuncia al più:godeI1e del corpo, il reale (il non amato) è odiato tout court - il rapporto del soggetto al mondo è cioè «passionalizzato». Passionalità che consiste nel coinddere del reale (in senso lacaniano) alla realtà, cioè alla «natura». E la realtà-natura si definisce a partire da un animalesco essere-tutto-intero, come appunto solo un essere naturale può esserlo: il reale vien preso per il fantasma della realtà - svista da sbronzi. All'essere l'immagine dell'Altro fa da complemento il «delirio d'azione» di certi alcolisti. Ora, prima di finire col delirare, l'alcolista a suo modo è un attivista - molto solerte quando, ad esempio, si dà alla conver sione sistematica degli altri alcolisti, come nell'«Anoni- 45
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