Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

L'alcolista, un amore che non mente Quanto segue non si propone di aprire la via ad un tentativo, ennesimo, di psicoanalisi degli alcolisti 1 - e nemmeno di tirare le somme dalle concezioni psicoana­ litiche dell'alcolismo; per questo rimandiamo piuttosto all'ormai vasta bibliografia sull'argomento 2 • Prendendo appoggio dalla nostra esperienza clinica, e dai testi che testimoniano quella di psicoanalisti, allievi di Lacan 3 , evidenzieremo non i termini di una nosografia psichia­ trica quanto quelli che ci sembrano costituire « il pro­ blema» posto dall'alcolista al sapere psicoanalitico. « Pro­ blema» costituito da quel « disturbo del godimento» 4 in cui sembra articolarsi l'alcolismo, disturbo quindi di quel Lust ( « piacere», certo, ma anche « godimento») che nel sistema freudiano, si sa, è « questione di prin­ cipio». Questione, quindi, del godimento come « prin­ cipio». Con J. Clavreul 5 evidenzieremo subito un « princi­ pio» che caratterizza la parola dell'alcolista: « ho be­ vuto, si... ma non sono alcolista». E' il caso di dirlo, egli nega l'evidenza. Eppure che difficoltà a dichiarare « delirante» questo diniego (Verneinung!) Ma diniego nemmeno riducibile a malafede - « L'alcolista è anzi 25

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