Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

da una simile interpretazione ci si potrebbe attendere delle analogie tra gli schemi ritmici e melodici degli atteggiamenti semplici e quelli dei loro derivati e non si sarebbe stupiti di ritrovare l'intonazione della mi­ naccia o dell'ordine perentorio nelle deduzioni logiche. Le emozioni rivelano il loro contenuto, si spiegano, si interpretano per mezzo dell'espressione sonora e si manifestano sotto la forma di una performanza dram­ matica. Lo psicologo potrebbe trarre preziosi insegna­ menti dai messaggi collettivi inconsci così rilevati. Inutile insistere sull'importanza che han . no i feno­ meni prosodici così strettamente legati all'inconscio per l'analista che ha sempre saputo approfittare, istintiva­ mente, da artista, dei messaggi vocali. Un po' come il poeta, Paul Verlaine: Et quand vous parliez, à -dessein distrait, Je pretais l'oreille à votre secret: Car la voix, ainsi que les yeux de Celle Qui vous fait joyeux et triste, décèle, Et met au plein jour l'etre intérieur... L'interpretazione pulsionale dei fattori prosodici iso­ lati non regola affatto il debito contratto nel corso di una analisi statica dei suoni isolati {cfr. Fonagy, 1970) Spero tuttavia di poter controllare ulteriormente i nostri « elementi di fonetica pulsionale» applicandoli all'ana­ lisi concreta della parola quotidiana e artistica. Ivan Fonagy (Trad. di Giampiero Bernasconi) 160

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