Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
stabilisce, secondo Hermann, l'unità a due (Dualeinheit) madre-bambino. 3. L'intonazione: una proiezione spaziale della mimica laringea Abbiamo appena . constatato che il numero dei gesti sublinguali è assai piccolo. Sappiamo anche che il nume ro delle forme di intonazione non è limitato se non in se guito alle restrizioni che la nostra facoltà di percezione impone loro. « La quantité des mots est bornée; celle des accents est infinie », scrive Diderot nel Salon 1767 (p. 136). L'in tonazione « c'est l'image meme de l'ame rendue par les inflexions de la voix, les nuances successives » (p. 268) ed egli la paragona all'arcobaleno. Malgrado la loro divergenza, tutte le curve melodiche rilevano della stessa posizione glottica: accostamento e vibrazione delle corde vocali. Tuttavia certi muscoli glot tici (muscoli coicotiroidei, oritiroidei, muscolo vocale) possono cambiare il grado di tensione delle corde o dimi nuire la massa vibrante. Questi cambiamenti sono . trop po sottili e troppo rapidi per essere percepiti diretta mente, in quanto sensazioni motrici o tattili. L'orecchio distingue tuttavia chiaramente i cambiamenti di frequen za del tono che corrispondono al numero di vibrazioni al secondo delle corde vocali. Contrariamente alle pre visioni, questi cambiamenti si riflettono .nella nostra coscienza - non come cambiamenti di frequenza o cam biamenti di tensione - ma sotto la forma di un movi mento spaziale. Il tono sale quando la vibrazione delle corde vocali tese si accelera e scende quando le corde si rilassano e la vibrazione rallenta. Questa interpreta zione spaziale dei cambiamenti di frequenza è largamen te diffusa. La incontriamo nei frammenti di Aristossene, 123
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