Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

principio di piacere nei primi anni dell'infanzia e, con­ temporaneamente, una nettissima ·preferenza. per la pa­ rola melodiosa. La parola di un bambino di 2-3 anni è più «canticchiante», la sua curva melodica più regolare di quella degli adulti. Il bambino più grande, frustrato dall'arrivo del fratellino o della sorellina, riprende so­ vente il tono canticchiante - con o senza ulteriori re­ gressioni foniche come la palatalizzazione e il bisciola­ mento - per ricuperare il suo posto privilegiato. Anche l'adulto, parlando al bambino, adotta qualche volta una voce semi-cantata, identificandosi a lui o semplicemente per fargli piacere. Noi adqtteremo lo stesso atteggia­ mento vocale quando ci rivolgeremo con tenerezza al no­ stro partner adulto, alfine di risparmiargli il massimo dello sforzo; ciò che sarà naturalmente la nostra minima preoccupazione in uno scatto di collera. In tal caso, al contrario, siamo fin troppo contenti di «ferire l'orec­ chio» dell'avversario. La voce canticchiata è una delle prime scoperte del bambino. La tendenza al minimo sforzo produce, con l'aiuto del caso e dell'eredità, un meccanismo ingegnoso:. basta unire dolcemente le corde vocali, con . un minimo di sforzo, nel momento in cui l'aria esce dai polmoni, per far scattare parecchie centinaia di movimenti quasi identici, un gioco, potremmo dire, interminabile di acco­ stamenti e di allontanamenti dovuto a un raro equili­ brio di forze opposte, gioco che preconizza il sogno sem­ pre rinnovato del perpetuum mobile, la stabilità e il riposo nel movimento. Ecco di che soddisfar, e l'obbligo di ripetizione che regna quasi liberamente a quest'epoca della vita. Questo movimento periodico potrebbe contri­ buire a ricrieare una atmosfera prenatale, dominata dal ritmo cardiaco materno, dove la semplice periodicità era nettamente prevalente. La balia, il mago, l'ipnotizzatore (Ferenczi, 1909, 1924, p. 44; Trojan, 1960) si servivano nello stesso modo del 120

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