Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
posive») e fa scattare il processo vegetativo che si so stituisce all'attività reale, ostacolandola invece di soste nerla. In questo quadro di referenze, anche un sintomo im barazzante come la traspirazione delle palme nell'ango scia può diventare perfettamente sensato, dato che può aver facilitato la fuga dei nostri antenati che cercavano di sfuggire al nemico, per esempio arrampicandosi su un albero (cfr. Darwin, 1872, p. 308). Freud vede ugualmente nelle emozioni una riprodu zione di avvenimenti precedenti l i esistenza individuale, una ripresa di esperienze ancestrali triaumatizzanti (XIV, 120, 163). Egli paragona l'emozione a una crisi isterica. « L'accesso isterico è paragonabile a una emozione recen temente formata e individuale, l'emozione normale po trebbe essere considerata come una isteria collettiva di venuta ereditaria» (XI, 140 sg.). Sartre (1939-1960) reinterpreta la concezione filoge netica di Darwin (che sembra ignorar,e). Egli rimette l'atteggiamento emotivo nel presente, considerandolo' tut tavia come un modo arcaico di concepire il. mondo e di volerlo trasformare per magia (p. 43). La teoria filogenetica delle emozioni ci permette di ritrovare le tracce della lotta ancestrale nella fonazi<;me della collera o dell'odio al livello sublinguale - faringale, laringale e polmonare - considerato giustamente come arcaico nei confronti della cavità boccale (Luchsinger e Arnold, 1949, p. 77; Elise Richter), principale respon sabile della genesi dei segni articolati, composti di fo nemi (« lettere»). Questa lotta è prefigurata nella forte contrazione muscolare degli organi della parola e soprattutto nella battaglia che si danno i gruppi muscolari antagonisti, quando la forte pressione subglottica arriva a malapena a far vibrare le corde vocali e produce una voce stroz zata. Questa metafora riassume involontariamente il fan- 111
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