Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

« Et si Dieu vouloit, ainsi parlerions nous du cul ». La beffa chiede di essere beffata. V. Come abbia lavorato e lavori (oppure: non lavori) il metodo di Finnegans Wake all'interno della lettera­ tura moderna, sarebbe ricerca di non scarso interesse, ma che sfugge naturalmente a questo abbozzo di di­ scorso. Ne potrebbe uscire anche un riorientamento re­ troattivo di certe letture. Bouvard et Pécuchet non èJ un dispositivo, sia pure su basi affatto diverse, per provo­ care uno scuotimento e quindi un flusso sempre piu vertiginoso di significati? Barthes osserva 21 molto fi­ nemente che il Bouvard et Pécuchet è la farsa defini­ tiva del sapere enciclopedico, nella quale, in accordo con l'etimologia, ' « les savoirs y tournent bien, mais sans s'arreter. » Qualche cosa « tourne » continuamente an­ che in Finnegans Wake e difatti il libro di Joyce è una enciclopedia non solo e non tanto nel collezionare i saperi ma nel farli vorticare. Il vortice si oppone alla catalogazione, al tiretto, alla norma. · E' vero che l'esem­ pio di Finnegans Wake, come del resto tutti gli esemp� autentici, non consente riprese se non meccaniche e riduzioni grottesche; ma è anche vero che apre una scia, dentro la quale possono iscriversi, ciascuno con la sua maggiore o minore originalità, altri modi d'opporsi alla normalizzazione attraverso il senso (o il non-senso) L'osservazione barthesiana · sulle enciclopedie e su Flau­ bert, appena citata, guarda caso si trova in un breve testo critico dedicato al romanzo di Philippe Sollers, H, uscito nel 1973, e a Sollers si debbono pagine perti­ nenti su Finnegans Wake. Stringere rapporti più stretti sarebbe arbitrario: ma insomma anche H può rientrare, come punto di riferimento, in una microricerca che ha fatto punto su Joyce. In Finnegans Wake il significante (quasi iper-signi­ ficante) determina una specie di catalisi: per effetto del- 94

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