Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
lori» semantici, di cui è depositaria la Lingua). E in fatti le sequeme secondo le quali si articola il poema, sino alla sezione finale sul «vecio parlar», si riferi scono a «temi» e a significati (anche ideologici) della più aperta «prosaicità»: dalle iniziali considerazioni negative sul cinema, agli stimoli positivi e singolar mente innovativi ricevuti alla prima visione del Casa nova; dall'apostrofe alla terra e al suo misterioso, ter ribile movimento sotterraneo, sino alla rievocazione del terremoto del Friuli; dalle successive considerazioni eco logiche, ai voti formulati di concordia e di fratellanza umana quali condizioni essenziali per comprendere me glio la terra-madre, e amarla meglio. Ora, se ogni grande unità di significazione all'in terno del discorso si definisce come tale per l'insieme dei rinvii dei vari elementi che la compongono ad un unico «tema» (come insegnano le moderne Grammati che Testuali), oppure (nella terminologia di Greimas) per il carattere isotopico, e cioè semanticamente ridondante, · di questi elementi medesimi, nulla, nelle sequenze appa rentemente univoche e «prosastiche» del poema di Zan zotto, appare meno unitario, meno riconducibile all'uni vocità di un tema o d'un significato; o, il che è lo stes so, nulla appare qui più lontano dalle ridondanze di senso che garantiscono l'isotopia del discorso. Una grande metafora a tre termini sovrapposti: la testa-simulacro femminile del film, la terra, la lingua originaria, costituisce il paradigma dal quale si dipar tono e sul quale si inscrivono, in trasparenza, tutte le sequenze, che, per ciò stesso, non sono più suscettibili di riduzione semantica univoca (riduzione a un tema, a un significato di fondo). Così, il sommovimento della terra (p. 69) si configura come un sommovimento non solo ctonio ma antropomorfico («'ste pachete lidiére, 'sto buligar scondést»), o animale («E quel m6verte un p6ch / cofà bestiola stufa de cavezha»), o, a un 7'2
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