Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

sintattiche o immaginative che normalmente non le competono. Ecco un primo esempio - relativo alla sin­ tassi - che possiamo enucleare addirittura dall'incipit del poemetto (p. 59): No dighe gnént del cine - vorìe parlar del cine - al me strassina 'l cine - me fa spavento 'l cine - ove la coordinazione asindetica tipica del dialetto appa­ re sottomessa a una sofisticata struttura parallela di contraddizione. Ed ecco un secondo esempio, relativo, questo, alla struttura immaginativa (p. 67): inte 'ste ore che 'l sol par un momento libera, e po 'l le mola a morir inte 'l m6j, tra restèi negri drio i crép de le montagne - ove l'azione del sole sulle ore, in quanto del genere, per così dire, «allegorico», è di pertinenza di strutture lin­ guistiche altamente culturalizzate (ma all'interno del­ l'allegoria si snoda una potente modulazione allittera­ tiva, quasi un'omonimia - e po 'l le mola/ a morir inte 'l m6j -, a divaricare l'insieme verso la lingua pro­ fonda della corporalità), e in cui, altresì, l'immagine dei «restèi negri» è elaborata in base alle relazioni se­ miche (noetiche) che intercorrono fra i due oggetti, il rappresentante e il rappresentato (nella fattispecie i « restèi», cancelli, da un lato, e gli effetti di luce e di ombre a strisce nel cielo dopo la pioggia, dall'altro lato), accantonando le relazioni semantiche e classema­ tiche su cui invece si reggono le trasposizioni dialettali. Per cui si potrebbe determinare qui la norma che sot- 68

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