Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
derio. Il desiderio si fonda, infatti, su di una radicale « mancanza ad essere» che permette la presa del sog getto nel registro del simbolico, la sua trascrizione in termini, ad un tempo, di sostituzione e di integrazione. Il gioco del rocchetto, con la sua alternanza di « es sere» e « non essere», rappresenta proprio il momento in cui si realizza l'aggancio dell'immaginario (con i suoi fantasmi di possesso totale ed indifferenziato di sé e dell'altro) al simbolico 18• Ora, questo non sembra possibile quando l'immagi nario occupa tutto l'orizzonte; quando il fallo si pone come l'essere. Qui non c'è posto per la legge, come ordine terzo, come ciò che garantisce, al di là del do minio, l'accesso al desiderio. Si può dire, in altri termini, che una opposizione tra desiderio e legge, una impossibilità reciproca esiste finché il desiderio si configura come l\, assoluto imma ginario», come la bramosia senza limiti che Aristotele attribuiva alla donna ed alla crematistica 19 • Di fronte a questo desiderio errante e senza sponde la legge sem bra ergersi come imposizione arbitraria e crudele (' osce na ', direbbe Lacan), inducendo una sottomissione asso luta in cui si riconoscono i segni di una estrema ri bellione. E' al padre reale che spetta, solitamente, di operare la mediazione tra il desiderio immaginario e la legge, tra la bramosia, la concupiscenza ed il suo limite 20 • Questo avviene però solo quando il padre sotto mette anche se stesso alla castrazione che impone al figlio, quando cioè accetta di morire come padre imma ginario, per viversi nella mancanza, significante che lo coniuga alla madre, che lo connette, pertanto, al desi derio e al riconoscimento dell'altro. Si verifica così ciò che Pierre Kaufman chiama la « messa in situazione» delle energie pulsionali e delle immagini ad esse connesse. 48
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