Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
tra la vittima espiatoria e la vittima rituale è, secondo Guy Rosolato, una operazione simbolica 12• Ciò che chiede il bambino sdraiato in viale Tibaldi è un rito che assuma collettivamente il peso di un fan tasma individuale, è una assunzione della violenza nel sociale ed un ritorno, della violenza stessa, in termini di espiazione. Un cambiamento di segno, quindi, per cui la pulsione interna si trasformi in energia contropulsio nale, in repressione. Nella misura in cui il figlio sopporta l'espiazione, libera la madre dai fantasmi di colpa che la perse guitano: se al bambino spetta l'espiazione, ciò significa che gli compete la colpa. La richiesta che viene in tal modo rivolta all'ospe dale è la domanda di un rito, un rito di iniziazione, attraverso il quale il bambino possa spogliarsi dei fan tasmi di amore e di odio che travagliano il suo imma ginario e che pietrificano la sua scena familiare. L'isti tuzione ospedaliera tiene il posto del tempio, per questo le viene delegato di accogliere il nodo pulsionale che attanaglia il corpo e il pensiero, per questo le viene richiesto di operare una « messa in ordine» che, se gregando, punendo, purificando, restituisca al soggetto, così costituito, un desiderio socializzato, discorsivo, già preso nel registro del simbolico. Ciò che il bambino, vittima e colpevole, chiede con fa sua domanda di espiazione, è di « entrare nel mondo reale» dove, dice Freud, regna la società umana, con tutte le istituzioni create dal lavoro collettivo 13 • Qui il soggetto, decaduto dalla sua onnipotenza immaginaria, trova una identità sostitutiva del suo narcisismo. E' però necessario il sacrificio del rappresentante narci sistico primario, del « bambino meraviglioso» dei desi deri parentali perché all'icona subentri l'assunzione del debito insolubile che ci lega al referente fallico. La pul sione di morte, operando la distruzione della rappre- 43
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