Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
Una analogia si impone. Quando R!eich, in Psicologia di massa del fascismo 9 , sostiene che le masse non sono state ingannate ma che, in un momento della loro storia, hanno desiderato il fascismo, quando reclama che ci si interroghi sulla perversione del desiderio gregario, non allude forse a qualche cosa di simile? « Anche le forze più mortifere e repressive della riproduzione sociale, scrivono Deleuze e Guattari, sono prodotte dal desi derio». Qui il paradosso è risolto presupponendo una asso luta omogeneità tra produzione desiderante e produ zione sociale, per cui il desiderio produce del reale e anche « la produzione desiderante non è altro che la produzione sociale» 10• E' vero che tra desiderio e forme del sociale non c'è quella opposizione che una psicoanalisi superficial mente liberatoria aveva fondato su di una supposta incompatibilità tra la libido e la legge, ma le vicende, attraverso le quali la pulsione investe campi contropul sionali, meritano di essere descritte. Il regime libidico individuale investe il sociale sol tanto attraverso un processo a spirale che comporta un mutamento di registro e di segno che deve essere indagato. Lo sforzo delle analisi effettuate nell'istitu zione è stato proprio quello di chiarire e descrivere il processo che fa della malattia psicosomatica una ri chiesta di istituzionalizzazione del desiderio. Il voto ultimo, « che il desiderio sia», sembra realizzarsi solo in una istituzione globale che - accogliendo il desi derio polimorfo, disarticolato, perverso - lo restituisca ordinato, « genitalizzato», istituzionalizzato al soggetto che in esso si riconosce e si accetta. Vedremo nei casi di analisi, che riportiamo neces sariamente per cenni, come questo avvenga attraverso la generale tendenza a , sottomettere l'immaginario al 39
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy