Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
del soggetto malato e insieme quella, illusoria, del sog getto medico, sostituito dalla dimensione impersonale della legge. La coppia sindrome-farmaco viene in tal modo ,a sovrapporsi a quella {posta da Freud nel luogo originario) costituita dalle polarità colpa-espiazione e ad assumerne la medesima necessità causale. Il significante, di contro, non è un dato, non è un apporto cumulabile, come il segno, poiché non vi è nessuna garanzia di omogeneità, nessuna trama è pronta ad accoglierlo globalmente, sebbene esso attraversi tutte le trame. Ed il soggetto, cui esso incessantemente riman'da, non è allora che un momento di intensità che si so stiene sulla necessità dell'uomo di ·significarsi per l'altro e nell'Altro. E' anche ·un momento di scacco che com porta, proprio per questo, un lavoro di analisi e di ri costruzione nello spazio privilegiato del transfert. Si tratta di riconsegnare al soggetto la sua soggettività, invischiata nella espressione del sintomo, catturata dal la parola dell'altro, tutta arresa ad una promessa, la guarigione, che lo fissa nelle sue espressioni più alienanti. Non è un processo assoluto di « verità » o di « li bertà» perché il lavoro analitico è sempre compreso entro un sistema di rapporti sociali di produzione e di valori di scambio che lo determinano, ma di « disa lienazione ». Nel caso del bambino, si tratta soprattutto di stac care il soggetto dall'immaginario parentale che lo ogget tiva nelle sue trame, di fargli vivere i fantasmi, che or ganizzano la malattia, come un discorso che lui stesso può formulare, anziché una lingµa dalla quale è parlato. Quando la posizione di ascolto riesce a sostituire la più agevole ed immediata traduzione del sintomo in segno medico, ci si trova di fronte al malato, al suo corpo, alla sua parola, alla istituzione che li accoglie, . in un'ottica diversa da quella dominante e consueta. Il sistema di riferimenti e di certezze viene investito da 36
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