Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

gioco prendevano a modello, mi interessava: soffriva troppo poco, vinceva troppo facilmente. Voci, rumori «Esperimenti di cinema sonoro e parlato» annun­ ziavano i manifesti. Si accorre in massa, se ne parlava già da una settimana. Le scene vanno per conto loro, la colonna sonora è un disco che non riesce a entrare in sintonia. Gli amplificatori fanno di un sospiro un terremoto, di un gemito un uragano. Passa un treno e si ode lo sciabordio delle acque. I clacson del traffico newyorchese si sovrappongono a una languida scena d'amore. Le parole, le poche che si capiscono, generano contrappunti umoristici. Gli innamorati si baciano: «Quanto costa?» stride il disco, con la sua voce di pappagallo ammaestrato. L'ombra sonora A sedici anni - cose che accadono {accadevano) in provincia, divenne critico cinematografico di un set­ timanale del lunedì. Trovò un titolo pomposo per h sua rubrica, «All'insegna dell'ombra sonora». Ben pre­ sto, tuttavia, tolse l'insegna e si limitò a recensire i film per «Ombra sonora». Ricorda ancora il primo, che coincise con l'inaugurazione di un nuovo e lussuoso locale: La vedova allegra di Lubitsch. Serioso com'era, da bravo adolescente, non gli piacque, e lo scrisse. Ebbe, comunque, le tessere e - invidiato dai compagni di scuola e dagli amici - andava al cinema quasi tutti i giorni; e scriveva, scriveva... Che cosa poteva capire? Non molto. Ma si docu­ mentò, per l'appunto, «seriamente». Comprò un qua- 182

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