Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
Qualcosa di molliccio Ho fatto l'esame di ammissione alle medie e sono in vacanze a VaI1ese. Un pomeriggio vado al cinema, il migliore della città. La sala è quasi deserta, e mi siedo nel mezzo della fila di poltroncine. Tra i pochi _ spetta tori un biondino, mezzo pelato, ha richiamato la mia attenzione sbirciandomi. A luce spenta si alza dal suo posto, mi si siede accanto. Mi offre una caramella. L'accetto, anche se avverto un confuso disagio, qualcosa che non quadra. Il biondino mi prende una mano, quasi inavvertitamente se la porta tra i pantaloni. Tocco qual cosa di freddo e di molliccio e, con un senso di schifo, mi allontano bruscamente, vado a mettermi in un'altra zona del cinema. Si alza anche il biondino, ma per uscire. Adesso il cinema ha una nuova dimensione ambigua, distorta. Qualche anno più tardi sarà una ragazza a prendermi una mano, a mormorarmi all'orecchio: « Fat ti sotto! ». Nikitina Crescevo. Al cinema andavo sempre pm spesso e sempre da solo. Al « Trinacria» c'era il . varietà, e non era vietato ai minori di quattordici anni. Una volta c'era una ballerina inguainata in un abito nero luccicante di lustrini: si chiamava Nikitina. Me ne innamorai. Forse è stato il primo amore. Per molto tempo immaginai imprese eroiche, torture, sofferenze inenarrabili, da of frire a Nikitina come pegno del mio amore. A paragone di questo mio romanzo, che ricostruivo e perfezionavo ogni giorno, le storie che vedevo sullo schermo mi sem bravano scialbe. E le attrici degli anni t!'enta, di fronte a Nikitina, erano tutte brutte. Neanche Rodolfo · Va lentino, figlio dello sceicco, che i miei compagni di 181
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