Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

bini buoni, di genitori severi. E altre, invece (si era in Sicilia) dei «pupi»: Orlando, Rinaldo paladino, Brada­ mante, Guerrino detto il Meschino, Oliviero, «Cane» di Magonza, simbolo della fellonia e del tradimento. Nessuno voleva fare Cane e ogni volta dovevamo estrar­ re a sorte la sua parte. Il mio contributo personale erano le avventure di Alice: le studiavamo su un libro illustrato che avevo avuto in regalo. Anche per la parte di Alice sorgevano difficoltà, perché tutte le bambine volevano essere lei. 'Istituivamo dei turni: Rosetta sarà Alice mercoledì. Poi lessi Salgari e mi innamorai di Nadir, Re della Montagna. I genitori ci vedevano quieti e ci lasciavano stare; quando pioveva e l'arte muta si giocava in casa ci prestavano tovaglioli, vecchi · abiti, monili di vetro, perline. La .promessa mancata Ma il cinema, quello vero, doveva di nuovo incidersi col segno di una delusione. Da tempo chiedevo a mio padre di portarmici. Finalmente mi aveva promesso «domani». Venne domani e sin dal mattino ero tutto agitato. Quando mio padre tornò dal lavoro (era il primo pomeriggio, aveva fatto, sul traghetto in cui era ufficiale, il turno di notte) gli ronzavo intorno, ma non osai ricordarglielo. Andò a riposarsi e io spiavo il suo sonno. Al risveglio non mi trattenni più: mi ero pre­ parato, ripulito, vestito con l'abito nuovo alla marinar,,. Ero pronto. Ma mio padre aveva non so che cosa - disse - da fare. Lo vidi uscire, con le lagrime agli occhi Lo odiai. Non contò nulla che due o tre giorni dopo mi portasse davvero al cinema. 180

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