Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
bile? « Perché piove, nonno?» domanda. « Non piove, Mario, è un'impressione, è la pellicola». Ma se non piove, si chiede, perché sembra che piova? Pci succe dono molte cose, ma quello che resta sono queste stri scioline di pioggia che compaiono sempre. E' ciò che al bambino rimane più impresso. Tutto compreso, il cinema non gli è piaciuto. La baracchetta Il bambino adesso è quasi un ragazzo. La scena è di nuovo cambiata. Vive in una città di mare, va a scuola; con i compagni di gioco hanno costruito una baracchetta di assi sottratte ai cantieri e di cartone · incatramato. Vi si rifugiano, si cuociono frittelle di lat te e farina, e di tanto in tanto arriva Giordano con il proiettor,e. Giordano è il più grande, e non si sa come si è procurato spezzoni di film, comiche finali, e roba del genere. L'immagine oscilla sul trancio di lenzuolo che fa da schermo, il proiettore s'inceppa; ma Charlot, Ridolini, Fatty e i loro compagni - vi è persino Buster Keaton - esilarano la piccola « banda dell'Arcipeschie ri». Il nostro partecipa, ma non si entusiasma troppo. Quegli omini in miniatura, che fanno tutto in fretta, lo divertono meno dei giochi che lo attendono fuori. L'arte muta Tra questi giochi uno mi affascinava. Lo chiamava mo « l'arte muta» e mimava, appunto, il cinema. Con cordavamo prima la trama di una storia; e poi la in terpretavamo, sempre senza parlare, a vofoe per interi pomeriggi. Vi erano molte storie di fidanzamenti, di amori, di marito e moglie, di bambini cattivi e di baro- 179
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