Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
Sette tesi 1.1. Ciò che immediatamente si presenta davanti alla macchina da presa, quanto ancora può essere scam biato, o confuso, con il reale? E quanto ancora corri spondentemente potrà il nostro occhio sminuirsi, nella sua funzione e nella sua pulsione, rispetto agli oggetti che mette in movimento, e che dichiara con costanza? Fino a quando il cinema sarà visto come prodotto dello sguardo e non producente lo sguardo stesso in un or dine ulteriore della visione, fino a quando in altri ter mini resterà legato ai soli limiti dell'immagine, pur essendone, da sempre, fuori? 1.2. Che posto ha il volume nel cinema? E' da esso escluso da sempre, per sempre? Non è spostamento retorico della questione, per dire se il cinema si potrà dare oltre l'immaginario: serve anzi pensarci per poter credere che altro dai processi di identificazione e di spe cularità sia filmabile, fissabile entro i termini dell'emo tività, del coinvolgimento, del « discorso sulla pulsio ne», dati costanti di una fiction, sia essa a venire. L'emergere di un volume possibile, anche se non orga- 166
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