Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

13, 15 e da 16 a 25), violazione, come si sa, di una delle proibizioni più rigide di tutto il cinema classico 7 • Se tutte queste trasgressioni hanno l'effetto di produrre gli ostacoli e i differimenti perché la narrazione si svi­ luppi, e sono quindi in certo senso strumentali al co­ dice narrativo, è certo però che influenzano fortemente, e per così dire « dall'alto» (questione delle gerarchie) i codici della rappresentazione, quelli incaricati di ripro­ durre la realtà o meglio di ricostruire un mondo spazio­ temporalmente coerente (la ·« scena classica» appunto), solido come la realtà stessa. Accade così che la stessa narrazione si trovi surde­ terminata dai codici . cinematografici, che rendono lo spazio del racconto eterogeneo rispetto a esso. La storia bella dei due sguardi finalmente sposi si svolge in uno spazio decostruito e frantumato, che non riesce a con­ tenerla pur contribuendo al suo sviluppo. I personaggi della rappresentazione insomma, abitanti di uno spazio non normalizzato, che guardano e non vedono, si muo­ vono e non raggiungono, non son0 i portatori-padroni dei propri sguardi e del proprio corpo. .Quelli che ve­ dremo d'ora in poi (e da cui ci faremo guardare) non sono più sguardi di personaggi della finzione. Frattura fra sguardo e personaggio che suggerisce una domanda fondamentale, la domanda sul ruolo del soggetto nella scrittura; in questo caso: chi è il soggetto di questa sequenza? Chi {ci) gu�rda dal film? Tentiamo qualche approssimazione alla questione, approfondendo alcuni punti dell'analisi. 1. La soggettiva negata. Abbiamo già rilevato questa figura, in maniera forte, alle inq. 1-2, ma essa si veri­ fica anche in altri casi e cioè quando si produce una negazione del controcampo (inq. 14-15 e altrove). Infatti il controcampo classico, quello a due personaggi inqua­ drati alternativamente senza scavalcamento di campo 149

RkJQdWJsaXNoZXIy