Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
tale, gli sgambetti al poliziotto, le piccole mosse per cui Charlot è sempre vincitore. Quando la tenda scompare, perché il circo è partito insieme con la bella, al centro del segno che rimane sul terreno c'è Charlot con la sua valigia, un Charlot con il suo ·«necessaire», ancora ca pace di essere «tutto», innamorato e amico, folla plau dente e chicco di riso, fotografo degli - sposi e sventolio di fazzoletti, oggetto che si autoperde e si autoritrova) è davvero perduto solo nel momento in cui diviene, con «Luci della ribalta», oggetto del discorso amoroso. La questione del cinema, oggi, è! ancora la questione della nascita del sonoro, di una voce che ha complicato il dominio del se faire voir, con il disagio dell'invoca zione. Ma l'invocazione non completa la mostra. En trambe le pulsioni, se faire voir e se faire entendre, ci danno il giro di un bordo, l'uno indipendente dall'altro, parziale, il cui scopo «non può essere altra cosa che questo ritorno nel giro» 2 • E allora l'oggetto, quest'og getto non è di fatto che la presenza di un vuoto, «un vuoto occupabile, ci dice Freud, da non importa quale oggetto, e di cui noi non conosciamo l'istanza che sotto la forma dell'oggetto perduto...». Tuttavia è nel momento in cui nasce il sonoro, che la «mostra» del film rivela la parzialità del «farsi ve dere»: nel momento cioè in cui la totalità si incrina e la Schaulust, la gioia del vedere per la quale Freud ci indica l'unità dei due termini sado-masochista, farsi vedere, incomincia, visibilmente, a seguire un cammino indipendente dall'altro tragitto, e l'istanza della pulsione scopica è disincronizzata dal ·«doppiaggio» del «farsi intendere». La bocca diviene 1«une bouche cousue», «una bocca cucita, dove vediamo, nell'analisi, apparire al massimo, in certi silenzi, l'istanza pura della pulsione orale...» 3 • Così il sonoro porta la sua crepa nella «storia» del cinema, e il momento sindacale della lotta per l'appari- 114
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