Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
di Ingeborg Schnack, Insel Verlag, Frankfurt am Mein, 1973; inoltre P. DESGRAUPES, R.M. Rilke, Seghers, Paris 19.58, e il saggio specifico sul rapporto Nietzsche/Rilke di E. HELLER, The disin herited mind, Bowes & Bowes, London :1952. 6 La definizione nietzscheana .dell'intellettuale cosmopolita (usato per Baudelaire, Wagner, Poe) è la prima esatta consa pevolezza dell'industria culturale, e della sua funzione produt tiva: essa appare però come affermazione oltre l'industria cultu rale stessa che viene connotata solo come meccanismo formativo di supporto (di una cultura oltre la lingua nazionale, extralin guistica ormai), cfr. F. NIETZSCHE, Frammenti della volontà di potenza, voli. VIII, n. 3, Adelphi, Milano 1974; siamo vicini all'Hei matlos (senza casa-patria) con la frase: wer jetzt kein Haus hat. 7 Rilke è a Berlino nel 1905 a seguire i seminari di Simmel sulle nuove-forme-della-vita; il rapporto con la «filosofia» sim meliana è a nostro avviso fondamentale per cogliere e la di mensione critico-dialettica del lavoro rilkiano (la rottura della sua opera rimane nìetzscheana), e la centralità del concetto di trasformazione nel suo testo: è sicura la sua conoscenza della Philosophie des Geld di Simmel e degli studi sulla metropoli; cfr. anche M. Cacciari, op. cit. 8 Sul dibattito oggi sulla «critica dell'economia politica» cfr. Per la critica/I, Celuc ed., Milano 1973, in particolare P. BON FIGLIOLI, Avanguardia e restaurazione, e, G. SCALIA, Prima della critica. 9 Preferiamo non usare le traduzioni «troppo poetiche» di Traverso o di Errante, nel tentativo anche se filologicamente non molto corretto di dare l'oggettività epistemica di Rilke: da Sonetti ad Orfeo, I/3 Un dio lo può... ma, a che punto siamo, noi? In verità cantare, è un altro respiro. Respiro intorno a nulla. Una voce in dio. Vento. 10 Heller definisce Rilke «il san Francesco della volontà di potenza », e, al di là del gioco di parole, si pone necessario lo studio a fondo, il confronto dei temi nietzscheani e rilkiani, come la ripetizione dell'eterno ritorno si traduca intera nell'unicità «ein Mal», e funzioni come momento della riproduzione del reale: Zarathustra si dà (tristemente?) un corpo. 11 Ci muoviamo verso un tentativo di definizione di una continuità metonimica del corpo sociale nel suo riprodursi, cen trando questo momento sulla funzione dello spettacolo: è chiaro che solo il cinema (cuore della riproduzione tecnica) può definire, se non una grammatica, almeno un corpo-lingua fissato in cui determinare lo spostamento metonimico: ridefinire la continuità del simbolico rispetto ad una «originale» poetica del montaggio (tutta post-espressionistica) è quello che si è tentato di fare con il «materiale-Rilke», e comunque quello che in generale l'espe rienza-Vienna suggerisce. 97
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