Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
entro cui viene letta la pratica wagneriana e mahleriana · soprat tutto della composizione dove si incrociano spunti di lettura e suggerimenti che aprono sulla continuità di «Kitsch» e «rigore», . ornamento-liscio, fornendo elementi per una lettura integrale della linea Wagner-Mahler-Schoenberg; su questa continuità-esau stione dello spazio musicale armonico (oltre che tonale} cfr. L. ROGNONI, Introduzione al Fido maestro sostituto, Einaudi, Tonno 1972; più in generale per le posizioni adorniane specifiche, Wagner/ Mahler, due saggi, Einaudi, Torino 1970. 4 Occorre ricordare la divisione di campo che si era costi tuita a Vienna: da una parte l'ornamento degli architetti wagne riani, della Sezession, e ancora di Hohmannsthal, Schnitzler, Bahr, la musica di Strauss, dall'altra l'ossessione della riduzione di Loos, Schoenberg, la poesia minima di Altenberg, tutti sostenuti dalla veemenza di Karl Kraus sulla «sua» rivista, «Die Fackel»; · ma, oltre la polemica, proprio in funzione di una lettura che valorizzi la differenz:i che tutta Vienna ha rappresentato rispetto alla cultura europea agli inizi del '900, queste «opposizioni» risultano da un unico movimento: materializzazione del linguag gio, sua economicità, sua scambiabilità, equivalenza, ecc...; chiaro anche come tutta questa costanza si sostenga del e sul rovescia mento delle funzioni dell'io e della coscienza che Freud stava attuando: questo dunque il gorgo intorno cui orbita l'esperienza differente di Vienna; per un quadro d'insieme della cultura vien· nese rimandiamo a A. JANÌK-S. TouLMIN, La grande Vienna, Gar zanti, Roma 1975, dove però il tentativo è di mostrare la centra lità della posizione wittgensteiniana; centralità che del resto ri torna, anche se con segno criticamente opposto, nel Krisis di Cacciari (rimane da dire che fino a quando si dia qualcuno che continui a parlare di ciò che si dovrebbe tacere la questione rimane perlomeno sospesa) (fosse pure invano). s A vent'anni R.M. Rilke lascia Praga per recarsi a Monaco, centro assoluto della cultura mitteleuropea in quegli anni, e pas saggio obbligato per Parigi; vi conosce Lou Salomè, ed è il suo primo viaggio in Russia; è il grande viaggio dell'intellettuale cosmopolita, la sua ri-fondazione oltre la lingua e la nazionalità; in questa pratica «economico-politica» si instaura il rapporto con Nietzsche (oggetto) e con la sua intuizione della nuova figura e valenza produttiva dell'intellettuale; Rilke da sempre è dentro al nuovo livello della significazione oltre la morale, e l'arte; Nietzsche è la sua condizione di partenza, ciò che sostiene la diversità delle esperienze «vitali» rilkiane (altro che esserne superata!): dall'autenticità della poesia contadina russa, alla co mune di artisti di Worspede, agli asili-nido in Svezia, il presup posto nietzscheano soltanto rende possibile e consuma, distanzia Rilke dalla pratica «empiricamente» . sociale del nuovo intellet tuale; utilissimo a questo riguardo il R.M. Rilke: Leben und Werk 96
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