Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

La socializzazione del kapitale oltre che re-investi­ mento delle forme nella forma di denaro, e nel suo processo di valorizzazione come massima astrazione, è anche esaurimento del punto di vista del soggetto ( il suo mettersi finalmente in questione ), delle modalità sociali-naturali che avevano la loro sicurezza nella fi­ gura della sessualità: sia sociale che naturale. La crisi della famiglia {e il suo riflesso anticipazione nell'ideo­ logia letteratura della fine-inizio secolo), non è crisi di una forma o della forma in sé, è piuttosto ristruttura­ zione di tutta la produzione di sociale e di interiorità del sociale; allora l'Heimatlos-wer jetzt kein Haus · hat­ si amplia nel suo significato per divenire perdita della sessualità (oggettiva: costituentesi in famiglia: in rico­ noscimento immediato), e della sicurezza fissità che la sessualità porta con sé. Non si tratta in Rilke di abban­ dono «sociale» della famiglia, non è un'educazione sen­ timentale (come ahri _ «soggetti» dell'inizio '900: H Kroger, ad esempio: ma già meno il Torless che porti ad una accettazione-relativizzazione della forma sociale famiglia; ancora qui la contemporaneità famiglia-città portata alla esasperazione di frammenti coinvolgentesi nel Malte, segna l'intervento strutturale sulla ses•sualità, la denota in quanto struttura, omologia di strutture, di tutto il reale. La sessualità determinata socialmente, che confina con l'assunzione decisione del nome proprio (Abelone), e degli spazi di fantasia che in essi si coprono, sesso consumato dei genitori e loro equilibrio sempre ri-veri­ ficato, è il rinvio del riconoscimento, il compito del rico­ noscimento stesso che il bambino apprende e cui si costringe: sessualità-nome che ha nella sorella il suo culmine, e, per Rilke, nella donna-sorella in generale. Ora è proprio questo il piano, non detto immediata­ mente, supposto corpo invisibile del1e Elegie e dei So­ netti {amanti e ospiti del «poeta», che in esse consuma 89