Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
in fondo questo progetto, le Duiniser Elegien sono que sta lotta prodotta a brani senza la possibilità della risposta «terrena». L'astrattezza della posizione rilkiana si ricompensa perfettamente nella astrattezza del mondo mitteleuropeo, f lo sfasamento di esperienza della con traddizione che questa vive rispetto al resto delrEuropa; sfasamento che potremo definire come anticipazione di una economia generalizzata, di una economicità erotica, e che abbiamo sopra indicato nella posizione di « incul turamento » che contraddistingue la sicurezza del lavoro culturale mitteleuropeo, la sua assente centralità; l'ester nità di Rilke alla produzione-economia è pensabile solo entro questa finzione, produtti:va poi in ultima analisi, e si è visto, di aristocratkità come trans-economico. L'Engel è il soggetto astratto, e saputamente impossibile di questa Verwandlung continuamente supposta, di que sta. finzione di effettualità in cui si giocano e a nostro avvisò si determinano i parametri della nuova economia, e della nuova standardizzazione: qui si produce la sua ritmicità. Solo :nella affermazione precisa di questa economia della trasformazione, e nella calma che gli anni venti in tutta la loro conquista effettuale di questa trasforma zione possibile comportano, Rilke riesce a compiere il corpo dell'invisibile: l'angelo diventa specchio: ein Engel ... ein Spiegel. Si definisce più precisamente la . misura, ancora imponderabile tra il resto, non cerita:mente ri conducibile al numero né alla quantità, cui Rilke si rap porta; gli specchi sono la condizione reale del raddop- . piamento ma anche la conseguenza di esso; è per questo che possono assumere e consustanziare in sé la mate rialità che loro si propone, e costituirne una più elevata, una ulteriore. Il reale si produce per il raddoppiamento ma questo raddoppiamento a sua volta esclude la scis sione ponendo una omologia precisa tra materialità e immaterialità; è su questo piano che parlare di ripro- 78
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