Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

conoscenza dopo la critica nietzscheana si ritrova ad essere necessariamente frantumato ed impossibilitato a costituire la totalità {si ritrova cioè in altri termini in­ teramente sprofondato dentro al valore/kapitale, e ad articolare 11'Umwelt secondo questo valore stesso, a pro­ durne tecnica, sia nella forma di strumenti che nella forma di discorsi), una sola via è perseguibile per co­ gliere il divenire di quel mondo stesso in cui si è rela-· tivizzati. La caduta della distanza intellettuale, allora, è la caduta . della distanza dell'intellettuale se questo vuole ri-qualificarsi al reale, e ricomporre se non l'unità al­ meno una catena simbolica 11• Si tratta di produrre il principio-fissazione in cui il sociale si muove compatto, principio del non-sociale, prin­ cipio della trasgressione o della morte, al fine di rendere possibile la Verwandlung, di essere una Verwandlung del sodale stesso; di muovere la sua «formazione». Non è speranza di soggetto, o presunzione di costituzione del­ l'intero, è anzi prosecuzione nella finzione di esso, fin­ zione per sé innanzi tutto, finzione che usa del senti­ mento o del sospetto di qualsiasi esistenza (di soggetto) che si dia intorno a noi. La morte della ragazza Wera Ouckama-Knoop, è l'oc­ casione per Rilke di questo smembramento di sé e del reale, occasione appunto dei Sonetten an Orpheus. L'in­ visibile si dà necessariamente in una visione; ma questa visione non può mai essere sicura di sé né tanto meno innocente; la lingua è già tutta consumata quando Rilke inizia a scrivere, •anzi a cantare; la lira di Orfeo è volu­ tamente ostentazione. Rilke tocca il principio dello sfrut­ tamento del reale (o di ciò che si può definire lavoro-vivo) prima del soggetto costituito; costituisce anzi la sua cri­ tica del soggetto conoscendo la necessità di una pro­ prietà che viene ancora prima del soggetto; in questo critica e rilancia più avanti la visione del mondo-tecnica, del mondo vuoto di Dio, del mondo-Puppe. 76

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