Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

L'invisibile e la riproduzi?ne tecnica Abbiamo sopra accennato alla chiusura del rapporto mentale alle çose ed al recupero. di un rapporto integrale che in Rilke diventa oggetto assoluto di ricerca; oggetto che implica ,(e ne è implicato) una organizzazione del­ l'insieme sociale sempre rinnovantesi. La produzione del distacco dalla naturalità del sociale, e l'ammissione della sua relatività (anch'essa però naturale) sono il punto intorno a cui il lavoro dell'intellettuale (abbiamo già chiarito come si debba intendere il senso · traslato di produzione .di intellettuale) deve ricostruire la sua con­ tinuità, e il suo significato non più di verità quanto di realtà. Il mondo · intellettuale dato come sovrasensibile si trova invece ad essere prodotto come interamente sen­ sibile, anche se contenuto dentro la sensibilità stessa; l'adesione alle cose è l'unico mezzo per poter cogliere la p6sizione di oggetto delle cose stesse; esse non sono più date in una distanza definitiva, esse mutano di di­ stanza rispetto allo sguardo e alla presenza, esse pre­ tendono in qualche modo presenza, ed in questo muta­ mento continuo celano la loro stessa produttività, celano cioè l'esattezza del rapporto sociale che in esse 'Si fa simbolico. La caduta de1la distanza dell'inrtellettuale al materiale è interna a tutto lo sviluppo della riprodu­ zione tecnica, e della produzione degli strumenti che per­ mettono la riproduzione tecnica; questo sviluppo se non viene assunto a sua volta come . naturale, ma sempre ripensato e ridimensionato rispetto alla accumulazione che · da questi stessi strumenti è stata resa possibile, si presenta come esplicitazione innanzitutto di nuovo spazio o di nuove distanze entro lo spazio, come le definisce Rilke, interamente assimilabili al processo di ri-produ­ zione del reale, piuttosto che ad una azione di intervento di un intelletto esterno su di esso. Poiché il lavoro della 75

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