Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
L'affermazione che Nietzsche implica allora, come prartioa del superuomo, è la produzione dell'eterno ri torno come produzione dell'inconscio stesso: è attività nei confronti della contraddizione; la contraddizione non si dà più al livello del reale-empirico, essa deve essere· ritrovata nella interezza del lavoro prodotto che è il posto dell'inconscio, condizioni sue della ri-produzione tecnica dell'essere sociale. La socialità per Nietzsche è tutta consumata entro una unicità di rapporto sodale (in altri termini il costituirsi del capitale stesso); questa unicità però non è formale, come il contratto rousseau iano, anzi è la materialità stessa del divenire, è l'essere (come finzione, essendo ogni fissazione una finzione) del divenire stesso. L'affermazione che include sé e· la negazione produce la finzione come realtà, come positi vità assoluta, ideologia che diyenta produttiva, che si totalizza nella produttività e che totalizza in tal modo la produzione stessa; in quanto tale essa è anche l'inizio di ogni tecnica, presupposto della scienza che si fa tec nica, del valore che perde la sua autonomia, dell'incar nazione del sapere. L'eterno ritorno allora gioca sempre dentro questa affermazione in quanto è il . corpo stesso di essa; ed è proprio attraverso le sue differenze che l'affermazione si conosce e si rende ancora possibile: l'eterno · ritorno · è la socialità stessa,. l'insieme dei fram menti che costantemente provano la loro esistenza, la loro volontà, il loro valor.e all'interno del corpo sociale. Ma se in Nietzsche ancora il frammento ha una sua autonomia o almeno una sua posiz10ne, e da essa scatu risce la differenza che è l'eterno ritorno, la conoscibilità dell'interiorità stessa, lo svilupparsi del lavoro inconscio, il suo manifestarsi (in lui quindi il trauma, e Dioniso è trauma, ha un valore in sé e la sua pazzia è la dichiara zione di questo valore), in Rilke tutto ora è perso. 72 Ein Gott vermags ... wann aber sind wir? In Wahrheit singen, ist ein andrer Hauch.
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