Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
ziano con enunciati catastrofici di quel tipo, alternati spesso con enunciazioni di gioia ( « comincia ora la breve felicità della mia vita»). Dalle Confessioni alle Passeggiate si assiste al pro cesso che va dalla frantumazione del reale percepito come 's n ' persecutori, alla identificazione assoluta del reale con la perse cuzione. Se assumiamo S come significante della persecuzione, possiamo designare il movimento nei termini di S/s n =S/S. 26 La donna è sempre in Rousseau un sostituto della madre, un sostituto particolare che sostituisce . un'assenza. Supplemento destinato a fallire nella . funzione di rappresentare ciò che non può essere rappresentato, ciò che può essere soltanto rievocato con l'aiuto dell'immaginazione. Non è un caso che Rousseau ri corra ad un supplemento del supplemento, la masturbazione, il « pericoloso supplemento» sostitutivo del rapporto sessuale sem pre esposto al ·fallimento: « Causa del mio poco successo con le donne è sempre stato l'amarle troppo», dichiarazione che non lascia dubbi su un troppo del desiderio che qualifica l'approccio alla donna 'quoad matrem ', in tanto che madre in-sostituibile. Anche il feticismo di Rousseau è da ritenersi espressione della distonia tra desiderio e impossibilità di realizzarlo, poiché la _ don- . na, troppo desiderata, può essere in realtà posseduta solo in-parte, ma perché essa, come sostituto, è un non-tutto, è una parte. 27 « Nacqui quasi morente e speravano poco di salvarmi» (Confessioni, pag. 748). 28 « Queste furono le prime impressioni al mio ingresso alla vita: così cominciava a formarsi, o a rivelarsi a me questo cuore fiero e tenero insieme, questo carattere effemminato, ma tuttavia indomabile, che, ondeggiante sempre tra la mollezza e la virtù, mi ha messo in contraddizione con me stesso fino alla fine, e ha fatto che mi siano ugualmente sfuggiti l'astinenza e il godi mento, il piacere e. la saggezza» (op. cit., pag. 751). 2 • Op. cit., pag. 765. 30 « Entrerei nei più stupidi dettagli se continuassi a par lare dell'impiego" del mio denaro, sia per me sia per gli altri; che imbarazzi, che vergogna; che repugnanza, che inconvenienti, che disgusti di ogni specie ho sempre provati» (ibidem). Derrida osserva che « è del mppresentante in generale - qualsiasi cosa esso rappresenti - che diffida Rousseau (La scrit tura e la differenza, pag. 316, Torino 1971). 31 ROUSSEAU, op. cit., pag. 786. 32 « Mi gettai in ginocchio sulla soglia della stanza tendendo le braccia verso di lei con movimento appassionato, sicurissimo che non poteva sentirmi e non pensando che potesse vedermi; ma sul camino c'era uno specchio c];J.e mi tradì» (op. cit., pag. 787). 33 « Andavo a ceroare dei _ viali bui, dei luoghi nascosti, dove da lontano potessi mostrarmi alle donne nello stato nel quale avrei voluto essere vicino · a loro. Quello che loro vedevano non 184
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