Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
- un gioco di soffocamento che non cesserà prima della riscoperta del mondo aperto, respirabile, irregolare, aggrovigliato ma senza legami, della passeggiata e della fantasticheria. L'uomo che non crede Gian Giacomo onesto è dunque da strozzare: mi naccia dura, poiché egli non può basare la sua convinzione sulla lettura dei libri, ma sulla conoscenza dell'uomo, quella cono scenza che risulta senza mezzi termini nel libro delle Confessioni, ma che attraverso di esso deve affermarsi senza di esso. Bisogna credere ciò che dice la parola scritta, ma non crederla perché la si è letta ». Introduzione ai dialoghi di Rousseau, Scritti letterari, pag. 23, Milano 197L P Sono molti gli episodi delle Confessioni che mettono in evidenza come Rousseau sentisse il peso dell'ambiguità del lin guaggio, ed il pericolo di uno scacco della verità contenuto nella parola. E' opportuno ricordarne almeno due, quello di Bossey e quello di Marion: a) « Il signore e la signorina Lambercier insieme mi esor tarono, mi minacciarono, mi pressarono, io insistei con ostina zione: ma la loro convinzione era troppo forte e non credettero a tutte le mie proteste, sebbene fosse la prima volta che mi tro vavano così audace nella menzogna » (Bossey); b) « Alla fine nega con fermezza, ma senza impeto, mi apo strofa, mi esorta a rientrare in me stesso e a non disonorare una povera ragazza che non ha fatto mai male; e io con impudenza infernale riaffermo quello che avevo detto e sostengo di fronte a lei che proprio lei mi ha dato il nastro » {Marion). Nel primo caso la verità (innocenza di Jean Jacques) si tra sforma in menzogna, nel secondo caso la falsità (colpevolezza di Marion, innocenza di Jean Jacques) si converte nel suo opposto. In ambedue i casi il linguaggio si configura come pratica di finzione. 24 Cfr. anche il mio Il Reale e . l'immaginario, in 'Il piccolo Hans ' 6-7. 25 Nelle Confessioni la persecuzione non rappresenta ancora un sostituto alla realtà. Ne rappresenta più precisamente una modificazione, nel senso che la realtà è percepita da Rousseau nella form,a di una alterità o esteriorità persecutrice. In altri termini Rousseau si colloca nella realtà nèlla fattispecie ontolo gica di perseguitato, senza comunque che si verifichi una rottura definitiva e totale. Mentre nei Dialoghi e nelle Passeggiate la frattura con il reale è un fatto compiuto, nelle Confessioni si tratta piuttosto di una serie di fratture successive mai definitive. Penso ad esempio all'alternarsi di fughe e ritorni, o agli annunci continui di catastrofi. Per es.: « Tutto il resto della mia vita e delle mie sventure fu . l'effetto e la conseguenza inevitabile di questo momento di smarrimento ». Passi di questo genere sono frequentissimi nelle Confessioni, éiove quasi tutti i capitoli ini- 183
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy