Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
3. Leggere come vivere: Interlocuzione e lettura Messaggio ,scritto e messaggio orale ,si distinguono fra di loro per caratteriistiche che non sono tutte perti nenti al nostro scopo: , rumore parassitario meno grande per il primo, ma ridondanza possibile del messaggio ora le attraverso il gesto, la mimica o l'intonazJione, omofo nia ridotta dalla _grafia, ma possibilità di maggiore polise mia nel testo scritto e offerto a letture successive nume rose, eoc. Ci soffermeremo soltanto su quella che fa problema dal punto di vista - che è il nostro - dell'dnterlocuzio ne: la scomparsa del destinatore del messaggio aJ mo mento della sua pubblicazione. Se lo ,scritto sottrae ali'au tore !il suo testo - l'assenza dell'emittente è la condizio ne prima del messaggio scritto -, sarebbe immaginario voler Teintrodurre l'autore come destinatore, con il quale il lettore misteriosamente comunicherebbe. Una comuni cazione di questo tipo è tanto più difficile da concepire, quando l'autore è deceduto da tempo, ed è poco serio pretendere che la lettura si faccia la Tivale del tavolino a tre gambe per entrare in contatto con l'al di là. E' più facile ammettere che nel processo della lettu ra, il lettore si costituisce in intersoggettività. Tra il suo Io immaginario e l'Io simbolico - « che si distinguono e coincidono in ciascun soggetto particolare» 23 - s'in staurano rapporti p'.rOblematiici, articolati nello schema L che rende conto, come abbiamo visto, dell'enunciazio ne. Ma in questo caso particolare bisogna concepire il lettore al tempo stesso come destinatore e destinatario del ,messaggio, sebbene quest'ultimo non possa più dar gli l'iHusione di essere suo, come accade nelfinterlocuzio ne orale 24 • Il lettore diventa infatti destinatore del testo scnitto, nella misura in cui lo fa suo aprendovi uno spa zio di realtà secondo la comprensione che il suo immagi nario gliene concede; ma resta anche, del testo scritto, destinatario, poiché se pure lo rileggesse cento volte, il testo non sarebbe mai completamente suo: · ogni testo resiste alla lettura grazie a quel resto irriduoibile che, 18
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