Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
un disegno sulla cui determinazione non sembrano esser vi dubbi ragionevoli: « e, vi prego, osservate come la mia passione seguì la trama della mia natura per finire col trascinarmi nell'abisso» 36 • Rousseau sa perfettamen te che il desiderio restituito alla natura si apre su un - fondo abissale, e che appartenersi equivale a subire la fascinazione · della catastrofe, della fine e quindi della morte. E tuttavia non cesserà di amarsi, di esaltare il proprio destino di perseguitato, -di sfuggire ad una real tà munita di occhi e orecchi, popolata di « spioni» che la sua vista corta non sa , riconoscere ma che la �< ooda dell'occhio» da sempre intercetta, ombre ostili di cui occorre liberarsi per morire in silenzio. Nato dalla morte . Rousseau vi ritorna, togliendo il vdo che ancora 1o separa da lei e sottraendosi all'Oc chio che sbircia la sua ambiguità di « quasi morente», ugualmente escluso dall'astinenza e dal godimento. E' attraverso lo sguardo dell'altro, della donna, del ser vo 37, che Rousseau scopre fin dall'inizio la necessità di rendersi trasparente, invisib i le, finalmente padrone di un desiderio · che glj altri non vedano e non possano minacciare con l'opacità dell'ostacolo. Rousseau approde rà all'estasi intuitiva di un godimento immaginariò solo dopo avere sperimentato l'impossibilità del godimento reale. E non è casuale che la nuova condizione - « in cui posso veramente -dire di essere quello che ha voluto la natura» - si caratterizzi come assolutamente irrifles siva, né coercitiva né ripetibile, « senza resistenza e co strizione». In essa Rousseau si appartiene precisamente perché non riflette ponendosi fuori dello stato di ragiona mento che, come si sa dal Discours, è uno stato controna tura. Se torniamo infatti al Discorso, vi troviamo la de scrizione -della riflessione come un « ripiegamento» che mi , sura nell'ente lo · scarto del -divenir-altro, e quindi la c�mparsa di una alterità vissuta come ostacolo e soffe renza �« tutto ciò che lo molesta e lo affligge»). Si trat ta di una descrizione analoga a quella che, all'inizio del le Confessioni, correla la comparsa del desiderio all'impe rativo proveniente -dall'altro, maestro e padrone. Il desi- 177
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