Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

pre la traccia della scissione. Si va dalla « scoperta» del « fatale segreto» che la natura aveva cercato con ogni mezzo di custodire 10, fino a « l'idea di imitare questa operazione naturale»: siamo già nell'economia della imi­ tazione, nell'ordine della mime�i, dell'artificio e della ap- parenza. Imitare la natura: questo è l'inizio della catastrofe, ma ne .costituisce anche il culmine. L'uomo ohe ha frugato nelle �< viscere della terra» cercando « nel suo centro, a rischio della vita e a costo della salute dei beni immagi­ nari invece di beni reali» 11 è l 'uomo che vive ormai nel tempo della miseria 12, il sepolto vivo che non vedrà più la luce del sole. E' un fatto che non si può ,« studiare» la natura se non come natura morta. E' il caso del regno animale: �< Lo studio degli animali non conta nul­ la s,enza il'anatomia» 13, un« orrendo apparato» cui Rous­ seau si sottrae ripiegando sulla botanica, occupazione non meno pregna di morte: ,« La catena delle idee acces­ sorie mi lega alla botanica» 14 • ,La catena dei sostituti, sostenuta dalla morte della naturn, richiede che la mise­ ria venga esorcizzata attraverso un ,esercizio dell'immagi- . nazione che riproduce la ricchezza pérduta (« Mi traspor­ ta in tranquille abitazioni, in mezzo a gente buona, sem­ plice, oome quella con cui vissi una volta») 15 • Ma se qui, nelle Passeggiate, il ricorso alla botanica, come il ricorso all'abisso, servono a ricordare, a memorizzare nel- · l'angoscia della tragedia il taglio avvenu·to tra natura e storia, natura e cultura, etre e paraitre; l'accecamento dell'uomo descritto nel Secondo Discorso è1 anche inizio di una caduta Verfall marcata da11'oblio, principio di uno smarrimento che inaugum l'ordine del simulacro (la statua di Glauco) e della finzione. « Bisognò, per l'utile proprio, mostrarsi altro da quel che s'era in realtà»: vi è coincidenza tra la finzione e la Legge, e le istituzioni umane, surrogato artificioso della natura, hanno la funzione di tenere nascosto per sempre lo spostamento che ha fatto dell'etre un para-etre, un essere al lato dell'essere. Prima differenza, che è di luo­ go appunto, tra natura e storia, natura e cultura. 172

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