Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

me per Faust) deve mostrare un beneficio, esibire un vantaggio: non può essere un atto anti-economico. Di sé non si può far dono. La dialettica del rioonosdmentò non vale per colui a cui tutto è negato.· Il riconoscimento si dà per lui nella forma megalomane della rivendicazione. La fissazione al­ lo stadio del delirio di rivendicazione {«riprendiamoci la · vita» ) è, nel nostro «contemporaneo», il sintomo ap­ pariscente di una inflazione collocata al centro dell'io. Se nella realtà egli non può fare scelta del suo destino, se le possibilità di esistenza sono tutte sbarrate, e uno stato di costrizione vegetativa è tutto quello che resta, allora tanto più la rivendicazione può farsi totale, di tutto. Se l'esistenza rimane bloccata alla semplice presen­ za a ll 'essere, . la volontà di vita si «rovescia» nel delirio di ·spossessamento («il non sentirmi èl il nulla»), o di persecuzione («non è il '68, è il '77, non abbiamo passa­ to, né futuro, la Storia ci uccide») o nell'aggressione coprofila {«i baroni fanno la cacca»», contro la stitichez­ za, per l'ebrezza»). Il meccanismo inceppato produce de­ lir io, schizofrenia, perversione. L'accumulo di tensione do­ vuto all'impedimento della scarica produce nevrosi da ingorgo; il bisogno insoddisfatto fa cancrena, e avvelena la tensione: l'imperativo della pulsione ingaggia una lot­ ta per la sua soddisfazione; sconfitto, si trasforma in un presente iterativo, in una coazione a ripetere la tensione costante del bisogno originario rimosso. L'emissione di energia per tenere in piedi il mantenimento della rimozio­ ne assorbe e succhia la vita, improduttivamente: meglio sarebbe smetterne l'erogazione, farne risparmio. Oppure investirla in aggressione dell'esterno, gettare la libido nel­ la violenza «autonoma», incarnarsi finalmente nella bru­ talità, animalizzarsi nell'animale, piuttosto che umaniz­ zarsi nel «socio» a cuì poi . tutto è negato. «Liberiamo dunque gli animali dallo zoo», o «cachiamo su Malfat- 159