Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977
«vita inestinguibile» (data a ciascuno secondo la sua misura), immagine del «sole dispensatore». 2) Ma ciò che è dato a tutti e a ciascuno, se per questo tutti possono trovarlo immediatamente, senza differenza né distinzione iniziale, non solo . non ha più prezzo, ma dà e scambia se stesso gratuitamente; tale è fisiologicamente l'atto di procreare e le sensazioni che precedono il suo compimento (là voluttà). 3) La «vita» che non ha prezzo, senza prezzo gratuitamente accordata, ricevuta, subita, non ha in sé alcun valore. Senza la voluttà ,essa non vale niente. Ma la voluttà, la facoltà di provarla, è data a sua volta gra tuitamente a ciascuno: nemmeno essa ha alcun valore. Ora, ciascuno riceve solo secondo la sua capacità di ricevere (prima restrizione); tutto quello che ha ricevuto costituisce ciò che egli è - egli vale quindi solo per quanto può dare · - in più di ciò che è; ecco perché nes- suno sopporta di ricevere più di quanto sia in grado di restituire - pena l'appartenere a colui dal quale non smette di ricevere. 4) Ma chi dà più di quello che è per valere più di quanto non è {ossia più di quanto non abbia inizial mente ricevuto) crede di à:ccrescere ciò che è; che cosa potrebbe dunque accrescerlo oltre , ciò che è e come dovrà accrescersi la sua misura perché egli sia in grado, al di là della capacità di ricevere, di dare più di quanto non abbia ricevuto? Se dà, si accresce; ma come può accrescersi nel dare, invece di diminuire? Egli dà per non ricevere e perché · ne è in grado, si accresce. Come potrebbe ci9 accrescere il suo valore e che cosa ve lo mette in grado? Vale solo -agli occhi di chi, non essendo più di quello che ha ri cevuto, resta al di qua. E così, il valore che egli acquista ,di fronte a chi riceve senza poter rendere si esprime con un diritto di riprendere più ancora di quello che è :stato dato. 81
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