Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

contro la loro formulazione inadeguata, riconvertita ma­ terialmente allo stato di una domanda di beni che cor­ risponde loro solo in modo contrariante. In primo luogo bisogna considerare in tale riconver- . sione la funzione del numero da cui dipendono il prezzo e il mezzo per acquistare questi beni di per se stessi jnadeguati. Quindi, l'uso dei beni medes�mi, che a sua volta agisce sull'affetto. In terzo luogo, la differenziazione più o meno co­ sciente tra possesso, uso, valore o non-valore dei beni, a seconda che rappresentino o no degli stati affettivi, ne provochino di nuovi, per cui la prima rivendicazione degli affetti si trovi provvisoriamente sormontata o accen­ tuata da una discordanza fondamentale. Una sorta di intimidazione e di ricatto si inscrive fin dall'origine tra la necessità di sussistere e il modo di godere, a partire da una sussistenza assicurata. Questa intimidazione contribuisce a formare a gradi diversi la rivendicazione affettiva a livello dei bisogni individuali: un simile gruppo di individui si sottomette a regole qi scambio, accetta così di definirsi moralmente e socialmente secondo una categoria di bisogni che di­ pende da come questo gruppo, in virtù del suo modo di sussistenza, avanza pretese sul mod9 di godimento di ,,_ beni corrispondenti. Di primo acchito, agli occhi dell'economia, il godi­ mento detto erotico non potrebbe essere assimilabile al godimento di un bene qualsiasi: è solo per il fatto di riferirsi a un oggetto, cioè l'oggetto vivente (il corpo, · quindi) che il godimento di tale oggetto in quanto su­ scettibile di essere posseduto è o può essere stimato come godimento di un bene: un oggetto d'uso; è ciò che Sade ha espresso con parole semplicissime e insie­ me molto equivoche: il diritto di proprietà sul godi­ mento. 54

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