Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

animale dell'emozione voluttuosa considerata a partire dalla sua forza di suggestione. N�l mondo dell'industria artigianale, la rappresenta­ zione dell'emozione voluttuosa veniva comunicata - co­ me pure la conoscenza - con gli strumenti di sugge­ stione: il quadro, il libro, lo spettacolo, e solo tramite il lavoro fornito servendosi di quegli strumenti l'emo­ zione suggerita circolava infine allo stato di oggetto raro. Lì ancora, conformemente alla gerarchia dei bi­ sogni dell'economia classica, il valore procede dal ca­ rattere unico del prestigio ottenuto con lo strumento di suggestione, e non dall'emozione che se ne può trarre; il simulacro appartiene ancora al mondo delle . « idee», quindi della cultura: per qu�sto la suggestione in sé costa più cara della sensazione che si può provare a contatto dell'oggetto suggerito. A partire dal regime industriale che, in funzione di un consumo massiccio, si spinge a standardizzare gli -strumenti meccanizzati della suggestione, come pure quelli della conoscenza in generale, la comunicazione perde valore mutando natura e intento, e la suggestione procurata attraverso gli stereotipi diventa sempre più gratuita negli effetti, mentre il prototipo stesso si man­ tiène senza prezzo. Il rovesciamento è totale: la sensa­ zione che si può · provare vale più della sua immagine suggerita. La tensione che ne risulta crea tuttavia un terreno di sfruttamento massiccio e la stereotipia della suggestione intanto permette all'industria di intercet­ tare la genesi dei fantasmi individuali per volgerli ai propri fini, _ rinviarli e disperderli nell'interesse stesso delle istituzioni. Rischiamo di stabilire fra l'« economia degli affetti e l'economia dei bisogni», definita dallo scambio, un rapporto puramente analogico. Rapporto che resta in­ concludente, a meno di partire dal punto di vista degli ·oggetti e dei bisogni per scoprire la lotta degli affetti 53

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