Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

sche il riso è l'espressione bestiale di una cattiveria che è utile al rafforzamento della vita. Zarathustra è uno che ride « mit Augen und Eingeweiden» (Z. pag. 330), il riso che lo eleva « al di là» è allo stesso tempo un impulso che affonda le sue radici nel materiale-bestiale. Mentre percuote duramente il mago, che vuole commuoverlo e lusingarlo con le sue lodi, Zarathustra ride, ride di collera e mentre si compiace che gli « uomini superiori» abbiano imparato a ridere, si rammmarica che essi non abbiano imparato il suo riso (ib. pag. 376), il riso selvag­ gio: infatti, quando essi odono ruggire « il leone che ride» fuggono impauriti (ib. pag: 396). Lo scoppio di risa di Zarathustra non e una presa in giro delle verità cristiane. Prendere in giro significa per­ correre un cerchio intorno a qualcosa; ma è proprio questo qualcosa che non esiste, non è mai esistito se non come illusione, · poichè « il centro è dappertutto». Il riso marca il passaggio, brusco ed imprevisto, in un « mondo capovolto», nel quale nessun riconoscimen­ to, nessuna regolarità, nessuna garanzia è data. Il riso zarathustriano, così, è .una gioia che non p�ò essere sepa­ rata da un sentimento · tragico: carnevale e cqrteo funebre. Chi riesce a gu;:trdare · m modo nuovo i valori del presente, chi distrugge·« le àntiche tavole», deve pagare la sua inat­ tualità con la solitudine più tremenda. E così Zarathustra si sorprende, sugli scogli, solo, a consolare il mare, unico suo compagno, sempre in movimento, tormentato da « ri­ cordi cattivi» (ib. « Il viandante» pag. 188). Le lacrime non contraddicono il riso. E' uno stesso movimento che ci sconvolge i tratti del volto (la faccia si dilata, assume maschera mostruosa) e ci fa calare agli occhi quelle goc­ ce liberanti 2 • La risata ,è! infatti ,liberazione da una pro c spettiva che guarda al mondo come ad una prigione o ad una valle di lacrime, che non riesce a concepire l'esi­ stenza diversamente da una punizione da espiare median­ te continue sofferenze. In questo senso il riso non è 169

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