Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

del profondo. La redenzione è solo parziale, perché il « guadagno » estetico si . traduce spesso in mistificazione ideologica. In tutta l'orazione di Antonio doll!ina la fun­ zione poetica, e Shakespeare non può che tagliarla, per il suo senso mistificante, in una breve battuta di An­ tonio finalmente solo: vv. 262-63 « Now let it work. Mischief, thou art afoot, / Take thou what course thou wilt ». E' una presa di distanza ideologica nei confronti del cesar i smo, ma non bisogna dimenticare un'analoga connotazione negativa messa in bocca a Cassio, anch'egli solo dopo la prima decisiva seduzione di Bruto, in I, 2, 305 e sgg., che era una presa di distanza ideologica nei confronti della congiura. La stessa cosa era avvenuta in . Richard Il. Shakespeare si mantiene equidistante nei con­ fronti delle ragioni e delle mistificazioni del cosmo sim­ bolico come di · quelle del cosmo sintagmatico. Si ricordi infine il cerchio emblematico, fortement� estetico, della folla nella regìa di Antonio. Gli ascolta­ tori vengono inglobati, inscritti come segni viventi, nella sua orazione-celebrazione-azione politica. Egli li coinvol­ ge nel rito e nel disegno storico: da ascoltatori li fa attori della sua scena, elementi - come le parole - della sua invenzione. Ed essi diventano, loro mal gr ado, la Storia. Per Shakespeare la Storia non è solo e tanto ciò che èJ scritto, dopo, della storia, ma ciò che, in virtù di Parola, si fa Storia nella elocuzione di qualcuno · . - uno, pochi, molti - che sussume tutto il resto come langue della sua parole, grammatica della sua retorica,_ lessico della sua ideologia. · Questo vuol mostrare Shake- . speare facendo del discorso di Antonio di gran lunga il pezzo più profondo non solo _ del Julius Caesar, ma di tutta la sua appassionata e pessimistica meditazione sui se gr eti della Storia. Alessandro Serpieri 134

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