Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

rallelismi con -· antitesi, in un lessico altamente astratto. Dominano gli isocoli tautologici intorno alla frase car­ dinale: v. 27 •« but, as he was ambitious, I slew him». Alla fine sfida il popolo a replicare (« I pause for a reply»), ma nessuno parlerà (« None, Brutus, none»), perché di fatto egli ha tolto loro la parola. Solo quando aggiungerà, quasi incidentalmente, che ognuno di loro avrà un peso nella riepubblica, il popolo, sollecitato nelle passioni, gli decreterà il trionfo {v. 50 « Bring him with triumph home unto his house»), la celebrazione iconica (« Give him . a statue with his an­ cestors»), la nominazione simbolica (« Let him be Cae­ sar»), e perfino l'incoronazione · 0« Caesar's better parts / Shall be crown'd in Brutus»). >Di fronte al discorso re­ pubblicano il popolo s'era ammutolito, salvo a dimostrare alla prima occasione il suo profondo orientamento sim­ bolico! Il popolo vive su un piano, quello delle passioni e delle connotazioni simboliche, che non è quello di _ Bruto, chiuso nella denotazione dell'intelletto. Se Bruto si era mosso solo sulla funzione referen­ ziale e conativa del modello comunicativo, · Antonio che gli succede al palco gioca su tutte le funzioni del mo­ dello comunicativo in situazione teatrale e quindi nella condizione di massimo dispiegamento degli orientamenti deittici del processo di enunciazione. La funzione emo­ tiva si alterna alla conativa {anzi spesso la predeter­ mina), la funzione referenziale alla metalinguistica e alla fatica. Egli deve ribaltare l'asserto: Cesare ambizioso = Bruto onorevole in Cesare non ambizioso = Bruto ingrato e assassino. Per farlo si serve del ductus subtilis, per cui l'ora­ tore (cfr. Lausberg) 9 « simula in primo piano (thema) una opinione [Bruto è uomo onorevole], con il secondo 128

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