Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

goremi, sulle articolazioni meno avvertibili, tramite le quali il .linguaggio coinvolge sul piano pragmatico, più ancora che sui tropi, per mezzo dei quali il linguaggio opera ad · un livello emotivo profondo. 1Questa è la poesia della grammatica di Antonio, già indicata a suo tempo da Jakobson. Ed è per questa qualità rara della sua eloquenza che egli organizza la sua celebre orazione alla folla sui cardini di figure retoriche afferenti alla cate­ goria della metonimia, figure che coinvolgono i nessi profondi del pensiero e del linguaggio in un continuo gioco di antitesi e di ribaltamenti occulti: le figure della litote, dell'ironia e dell'enfasi, figure di interdipendenza semica {cfr. Eco) con sostituzione di marca a semema o -di semema a marca. Mentre rimane in posizione su­ bordinata l'asse metaforico, che, in maniera molto più diretta, si basa sull'identità semica 8 • Ed è profondamente ironico che sia proprio Bruto a spingerlo definitivamente verso tale tipo di discorso, quando accetta che egli tenga l'orazione funebre per Cesare, ma, su suggerimento dell'impaziente Cassio che teme le conseguenze che possono derivarne {Cassio mo­ stra sempre df gran lunga maggior acume politico di Bruto), pone delle limitazioni che appaiono schiaccianti: vv. 245-247 You shall · not in your funeral speech blame 4s, But speak all good you can devise of Caesar, · And say you do't by our perm1ssion... Saranno proprio tali limitazioni a far costruire ad Antonio il suo capolavoro di « indirection », di persua­ sione retorica occulta, basata non sugli enunciati (a li­ vello enunciativo . egli rispetta scrupolosamente le pre­ scrizioni di Bruto) ma sulle articolazioni grammaticali e sintattiche che li presentano e li capovolgono. E' pro­ prio Bruto a fornire ad Antonio i modi del suo trionfo. E veniamo all'orazione di Bruto alla folla, che apre la seconda scena. E' relativamente breve (24 righe) ed 126

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