Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977
atto: liquidazione di Bruto e Cassio e riedificazione del Nome di Cesare trasmesso ad altri (in realtà ad . Otta viano, per quanto Antonio ancora si illuda di poter essere il nuovo Cesare). La Parola · di Antonio, s't i detto, è grande teatro. Teatro in tutti i sensi: la sua retorica non è soltanto verbale, ma si innesta continuamente nella scena, in particolare attraverso una sede straordinaria di diversi orientamenti deittici, che lo rendono padrone di ogni spazio drammatico. Egli è regista di ogni azione: con duce Bruto ad un patto politico, lo convince a fargli tenere un'orazione funebre per Cesare, e durante' l'ora zione dirige la folla · come più gli aggrada. Questo. do minio sugli altri può esercitarlo in quanto si presenta a sua volta come un grande attore, che vive la sua parte fin in fondo (il cordoglio autentico per Cesare, la la mentazione, la pietà e l'invettiva) e al contempo con trolla ed usa quella parte ad un fine drammatico e po litico. E' il prototipo dell'attore che vive ·1a passione e ne è distante, regolando con i suoi repentini scarti di orientamento (retorica scenica: si veda con quale stra tegia cambi continuamente il suo allocutore: il corpo di Cesare, i congiurati, uno fra i congiurati, la toga, la folla, l'astratto · apostrofato · ecc.) e con i suoi sottili gio chi grammaticali e sintattici, tutti i piani del Significante. Limitiamoci a vedere, nel _suo rapporto con i con giurati in III, 1, un solo caso di coincidenza tra ret9rica grammaticale e retorica scenica con effetto di sovra determinazione. Si tratta del suo primo discorso ai con- _ giurati: vv. 148-1-63. Entrando in scena, non li guarda ' nemmeno in volto, per quanto abbia ricevuto il formale saluto di Bruto, il nuovo capo: « But here comes An tony. Welcome, Mark Antony ». Si rivolge subito al cor- po di Cesare. ,La sua emozione è autentica, ma viene fatta giocare dentro una strategia politica. Antonio deve re stare attaccato a , Cesare, deve rampognare in qualche 124
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