Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

to. In seguito, il restringimento palatale e faringale diven­ terà un segnale del disgusto, della ripugnanza, del diL sprezzo, del cattivo umore (Trojan, 1952, p. 146-155). Nella parola, la viva voce e la collera allungano le occlusive, nella poesia, che non dispone di piano foneti­ co propriamente detto, all'articolazione più tesa delle oc­ clusive corrisponde un maggior numero di occlusive« sor­ de», P, T, K, più tese delle sonore corrispondenti, le B, D, G. L'espressione dell'intensità e dell'importanza di un fenomeno con lia sua . duplicazione o con la sua molti­ plicazione è un procedimento che si incontra tanto nei sogni quanto nel linguaggio. L'analisi della distribuzione di frequenza dei fone . mi ci ha fatto sapere che, nello stesso poeta - francese, tedesco o ungherese - le con$O­ nanti « dure», le occlusive sorde T, K, sono significativa­ mente più frequenti nelle poesie aggressive che nelle poe­ sie affettuose (Fonagy, · 1961 ). Tu fu.s dur et sec, Camme un coup de trique. Tu fus dur et sec Comme une bourri q. u f ··· In queste invettive di Verlaine, indirizzate a « Mon­ sieur le Docteur Grandm . *** », i versi sono sconquassati dail numero insolito di- occlusive sorde. Le metafore fone- tiche non rilevano soltanto dal lato articolatorio ma nel­ lo stesso tempo dalle associazioni fatte · scattare dall'atti­ vità boccale. Le · occlusive sorde impediscono all'aria di uscire attraverso la cavità orale e interrompono il flusso sonoro a scosse. Questi gesti articolatori potrebbero esse- . re interpretati a livello inconscio come un'attività aggres­ siva: la pulsione aggressiva si dirige contro la catena parlata, la frase è dilaniata e fatta a pezzi. Per designare le occlusive ci si serve ugualmente del _ t�rmine di esplosive. Questo termine rinvia a un altro aspetto di questa mini-impresa drammatica boccale. La 83

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