Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
ni di oggettività e neutralità, priva di sguardo, qui la descrizione ha occhi: c'è chi guarda e chi è guardato. Tra chi guarda e chi è guardato, si stabilisce una relazio ne di peccato. 3. 3. Lo stupro - Giustamente, Iachimo si sente Tar quinio, colui che stuprò Lucrezia; si sente Tereo, colui che stuprò Filamela, e avvolge il suo atto in un tessuto metaforico che lo rende offensivo, colpevole, peccamino noso. Quel « potessi toccarla!» che gli sfugge, non smi nuisce l'intensità del suo peccato: se lo stupro è pene trazione di una intimità, penetrare una stanza non è veniale rispetto al penetrare la donna. Il passaggio dall' e sterno all'interno è sempre rispetto al corpo: la relazio ne tra i due movimenti ha bisogno di un centro per rendersi effettiva. Lo spazio di racconto che si schiude con l'interno spalanca il corpo nella posizione di arren dere la propria visibilità, e farne storia. Lo sguardo di Iachimo indugia sul corpo di Imogene, e afferma, con tro la negazione alla superficie del linguaggio, (« Se la potessi toccare! Solo un bacio, un bacio solo! Ma ora al mio piano») il turbamento erotico che l'intimità con quel corpo gli produce. L'inventario (« To note the cham ber») cataloga le differenti voci delle suppellettili e del corpo di Imogene nella stessa pagina: i pezzi del mobi lio e le parti del corpo di Imogene sono « the con tents of the story ». Il linguaggio formula la condensazio ne avvenuta, con la parola «story». 3.4 La casa e il romanzo - Story rimanda a Stare, parola appropriata al lavoro che Iachimo sta espletan do. Stare, come sostantivo vale 1) magazzino, deposito di oggetti e 2) provvista, scorta: Iachimo sta appunto facendo scorta, depositando nel magazzino della sua men te gli articoli che sta inventariando. Come verbo, stare realizza l'azione di 1) immagazzinare, mettere gli oggetti 127
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